Uno dei motivi per cui l’Italia non riesce a mettersi alle spalle la crisi economica è l’alto costo del lavoro. O almeno è questo che emerge dalle mille discussioni imbastite dai media. E’ proprio vero o siamo di fronte alla solita bufala montata da giornali e televisioni?
Il dibattito allo stato dell’arte è questo. In Italia il costo del lavoro è altissimo e questo non permette alle imprese italiane di competere a livello globale in maniera degna. Tra gli imputati c’è il salario, troppo poco flessibile per alcuni.
Si tratta però di un falso problema. A dirlo è addirittura l’Eurostat. L’ente di statistica più importante d’Europa ha certificato una verità fin qui taciuta: il costo del lavoro in Italia non è alto, è semplicemente nella media. Almeno, nella media dei paesi in cui vige l’euro.
Un’ora di lavoro costa circa 28 euro, che è poi la media del costo del lavoro registrata nell’Eurozona.
Il problema vero è l’alta pressione fiscale. Se infatti per valori assoluti il Bel Paese è a metà classifica, se si pone come fattore principale l’incidenza della pressione fiscale sul totale del costo del lavoro, l’Italia è quarta. La media è del 23%, ma per il Bel Paese la cifra sale al 28%.
Senza contare, poi, che il livello di tassazione sul lavoro è salito dal 2010 dell’11%. Questo indica un fatto molto spiacevole: come metodo anti-crisi è stato utilizzato l’aumento delle tasse. Un metodo evidentemente fallimentare e che ha portato l’Italia sull’orlo del fallimento.