Pagare le tasse è senza dubbio un dovere, ma che raramente si assolve di buon grado. Se poi a complicare la vita del contribuente intervengono scadenze ravvicinate, incertezze diffuse sulle cifre da pagare e distorsioni varie sul fronte dell’organizzazione, si può ben capire come tali incombenze possano assumere le sembianze di un incubo spaventoso.
Purtroppo, è quanto accadrà in Italia nel giro di qualche mese. Almeno a giudicare dalle previsioni della Cgia di Mestre. “Oltre all’imponente sforzo economico che nel prossimo bimestre famiglie e imprese saranno chiamate a sostenere i contribuenti italiani dovranno sopportare anche un costo aggiuntivo legato alla burocrazia che attanaglia queste operazioni“. Ad affermarlo è stato Giuseppe Bortolussi, presidente della Cgia, nel corso di un’intervista rilasciata a un famoso quotidiano nazionale.
Spaventoso, in particolare, il numero delle scadenze con cui i cittadini dovranno avere a che fare nei mesi di giugno e luglio: ventinove. Per lo Stato sarà il momento di batter cassa. Entreranno qualcosa come 75 miliardi. Il 60% di questi saranno versati dalle famiglie, il resto dalle imprese. L’esborso medio per nucleo familiare è quindi di 2.000 euro. Un salasso.
Giusto per dare un’idea, ecco un assaggio dei tributi che occorrerà pagare: Modello Unico, Irpef, Ires, contributi previdenziali sia a saldo che in acconto, la prima rata dell’Imu, della Tasi e della Tari (quest’ultima solo in alcuni Comuni).
Come spesso accade in questi casi, l’Italia è fanalino di coda in Europa. Altrove le tasse sono distribuite equamente lungo i dodici mese. Peggio di noi, nell’area Euro, si rivelerà solo il Portogallo.