Il Parlamento sta discutendo una proroga della Tasi, la tassa che da quest’anno sostituirà l’Imu. Si tratterebbe di una notizia in grado di fare felici molte famiglie in difficoltà, eppure dal Governo è arrivato un “no” che potrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile.
Il rifiuto a questo provvedimento è provenuto da un rappresentante dell’esecutivo molto importante: Graziano Delrio, vicepresidente del consiglio, braccio destro di Renzi.
Un no è sempre un no, soprattutto se a pronunciarlo è un esponente di veto, ma in questo caso non ha assunto le fattezze di un vero e proprio veto. Ecco cos’ha dichiarato il vicepresidente Delrio al Corriere della Sera durante un’intervista rilasciata il 14 maggio: “So che in Parlamento stanno discutendo di una proroga e decideranno loro. L’opinione del governo è che è una legge vigente e che gli italiani hanno bisogno di tutto tranne che di cambiare regole”.
La proposta del Parlamento prevede lo slittamento del pagamento della prima rata a settembre, anziché a giugno come invece prevede la normativa attuale.
La Tasi è quindi al centro di nuove polemiche. Non è la prima volta: un aspro dibattito l’ha vista protagonista fin dalla sua nascita, o addirittura da prima, sebbene questo si sia incentrato soprattutto sull’eredità lasciata dall‘Imu prima casa. In buona sostanza, l’esecutivo di allora, capitanato da Enrico Letta, proclamava la fine dell’Imu proprio mentre questa riappariva sotto mentite spoglie, la Tasi appunto. Perplessità, infine, erano state espresse per l’assenza delle detrazioni, ora appannaggio non più dello Stato ma dei Comuni.