Non che Equitalia goda di molto favore presso il popolo italiano. Anzi, è diventata ormai il simbolo di un fisco che si accanisce contro i contribuenti, che si rivela insensibile contro la disperazione di quei nuclei familiare che vivono – a causa della crisi – senza reddito e senza un lavoro.
Le ultime dichiarazioni di Attilio Befera, presidente di Equitalia, certamente non contribuiranno a migliorare la percezione di Equitalia nella mente degli italiani.
L’interpretazione di Befera è la seguente: in Italia, persiste un’ostilità eccessiva nei confronti di chi si impegna a far pagare le tasse. Insomma, ci sono troppi pregiudizi intorno a Equitalia.
“Era prevedibile che un’azione di controllo sempre più incisiva e mirata avrebbe potuto suscitare malumori anche forti. Era anche abbastanza prevedibile, inoltre, che a questo stato d’animo si sarebbero accompagnate proteste assolutamente strumentali” ha scritto Befera in una nota.
Il presidente di Equitalia ha comunque risverato un po’ di spazio all’autocritica. Sostanzialmente, ha ammesso che l’ente da lui presieduto si è di tanto in tanto accanito anche nei confronti di chi le tasse le ha sempre pagate.
“Se il contribuente ha dato prova sostanziale di buona fede e di lealtà nel suo rapporto con il fisco, ripagarlo con la moneta dell’accanimento formalistico significa venir meno a un obbligo morale di reciprocità, ed essere perciò scorretti nei suoi confronti“.
Basterà questa semplice affermazione a colmare il baratro che attualmente separa Equitalia dai contribuenti? La sensazione è che sarà necessario ben altro. Gli italiani, quando si tratta di accanimento fiscale, fanno fatica a dimenticare.