Le bollette potrebbero essere il rimedio definitivo contro l’evasione fiscale. Un’affermazione potrebbe generare curiosità ma l’ultima ipotesi del Governo consiste proprio nell’utilizzo delle bollette in funzione anti-evasione.
Quello dell’evasione fiscale è un problema annoso per l’Italia. Ogni anno vengono sottratti al fisco, e quindi alle casse dello Stato, qualcosa come 100 miliardi di euro. Nondimeno, appare molto difficile recuperare l’intera somma, e per la capacità dei controlli a sfuggire alla lente indagatrice dei soggetti istituzionali (quand’anche questi si rivelassero all’altezza della situazione) e per la supposa veridicità di concetti quali l’evasione di sopravvivenza, secondo la quale sarebbe non auspicabile, ma anche impossibile, costringere alcuni contribuenti a pagare le tasse.
Ad ogni modo, l’idea è quella di inserire il redditometro nell’elenco dei criteri utilizzati per il redditometro. Insomma, tra le voci finalizzate a individuare l’eventuale discrepanza tra reddito dichiarato e reddito percepito figureranno anche le bollette. Nello specifico, si confronterebbero i consumi di gas ed energia elettrica con la dichiarazione dei redditi. I consumi energetici, quindi, verrebbero considerati alla strenua di qualsiasi altro consumo, o di un acquisto.
Questa ipotesi è stata accolta abbastanza freddamente. Due, in particolare, sono i motivi di perplessità. Il primo è determinato dalla privacy: l’utilizzo da parte dell’Agenzia delle Entrate delle informazioni inserite nelle bollette potrebbe rappresentare una violazione della privacy. La seconda perplessità, che non riguarda i diritti ma la funzionalità, è data dalla capacità reale delle bollette di fungere da criteri. E’ veramente possibile individuare un evasore in base ai numeri che compaiono nelle sue bollette? Alcuni dicono di no.