Equitalia sta affrontando una bufera giudiziaria. E’ la prima volta che emergono notizie in grado di compromettere l’immagine dell’ente dal punto di vista legale. Fino a questo momento, gli scandali hanno riguardato la moralità e l’etica.
Cos’è accaduto? Semplicemente, alcuni funzionari di Equitalia Lazio hanno accettato le più classiche delle mazzette e, in virtù di queste, hanno concesso agevolazioni e detrazioni ad alcune aziende interessate dal recupero crediti.
L’indagine dei pm Nello Rossi, Francesca Loy e Stefano Fava si è focalizzata sul comportamento di Salvatore Fedele, dirigente di Equitalia della zona Lazio Sud, principale protagonista della vicenza.
I pubblici ministeri hanno ipotizzato un danno per le casse dello Stato pari a 17 milioni. Questa cifra è il risultato di anni di corruzione, causata appunto da un numero considerevole di tangenti. Queste spesso raggiungevano i 10mila euro e superavano sicuramente i 3mila euro.
La truffa seguiva un iter ben preciso. Attraverso l’azione di terzi, il dirigente veniva avvicinato dal debitore. Dopo un periodo di trattativa si giungeva al pagamento della tangente, seguita dalla rateizzazione del debito. Infine, se seguiva un’altra tangente, si poteva arrivare alla cancellazione totale dell’obbligo di pagamento.
Il procuratore generale Nelio Rossi non ha utilizzato mezzi termini per descrivere la vicenda. “Un vero proprio sistema truffaldini. Abbiamo rilevato un’aria di illegalità generalizzata all’interno della struttura di Equitalia con favoritismi e discriminazioni diffuse a tutti i livelli”.
Equitalia ha reagisto prendendo le distanze. Un comunicato ufficiale infatti recita: “Equitalia si è già costituita quale persona offesa. Stiamo da tempo fornendo la massima collaborazione agli inquirenti affinché venga fatta piena luce sui fatti e sulle eventuali responsabilità”.