Il Def (Documento di Economia e Finanza) è, dal punto di vista economico, il documento più importante che lo Stato produce. In estrema sintesi, contiene il bilancio dell’intera macchina statale e le previsioni sul futuro immediato.
Il Def 2014 deve essere ancora reso pubblico (lo sarà il 7 o l’8 aprile) ma le voci parlano di un ritocco profondo ed esteso delle stime. Modifiche che, purtroppo, sono quasi tutte al ribasso.
Le voci “negative” si riferiscono tutte all’economia reale, ma anche alcune che si riferiscono squisitamente ai conti pubblici rischiano di rivelarsi al di sotto delle attese. Il motivo di ciò risiede negli studi dell’Istat e di altri organismi internazionali (come il Fondo Monetario Internazionale) che hanno, per così dire, scoperto gli altarini.
Un esempio è fornito dal dato sul Pil. Il Ministero dell’Economia ha parlato in questi mesi di una crescita intorno all’1%, mentre gli altri soggetti hanno previsto uno 0,6%. Dal momento che il numero di questi soggetti – almeno all’apparenza – pessimisti è andata via via aumentando, anche il Def, alla fine, si adeguerà.
Peggiore di quanto atteso è anche il deficit. E’ sulla differenza tra il deficit che l’Italia produce e il limite imposto dall’Unione Europea che il Governo Renzi basa il piano di recupero di risorse. Ebbene, per l’anno 2013, il deficit è esattamente del 3%, dunque in linea teorica, ammesso che le cose rimangano come sono, non ci sarebbero le risorse per realizzare le riforme dell’esecutivo. C’è da dire che il dato è dell’Istat, e non è sicuro che il Def alla fine non si distinguerà. L’Europa si aspetta dall’Italia un deficit di 2,6%.