Di Iva se ne parla ormai poco. La tassa sul valore aggiunto ha conquistato una certa notorierà a novembre 2013, quando il Governo lottò inutilmente per non far scattare un aumento deciso dall’esecutivo precedente.
L’Iva, oggi, torna a far parlare di sè, ma per un evento che tutto sommato può essere considerato positivo, nonostante vada contestualizzato all’interno di un episodio che è in verità molto triste.
Il succo della storia è il seguente: una imprenditrice non ha pagato l’Iva ma è stata assolta. Il motivo? La crisi. Il giudice ha assolto l’imputata per non aver commesso il fatto semplicemente perché il mancato pagamento non è dipeso da lei. Anzi, è stata propria una vittima dell’episodio.
L’imprenditrice è una donna bresciana di 46 anni, proprietaria di una azienda di costruzioni. La crisi ha fatto sì che il fatturato crollasse in un solo anno da sei milioni di euro a un milione. La crisi, inoltre, ha impedito che i debitori rimettessero all’imprenditrice i debiti che le dovevano. Se la bresciana doveva allo Stato 240mila euro, altri dovevano a lei qualcosa come 600mila euro. In questa situazione, è palese quanto sia difficile pagare le tasse.
Il giudice ha compreso le difficoltà dell’imputata e ha agito di conseguenza. Un precedente, questo, che fa ben sperare: anche a livello giuridico la crisi è riconosciuta come un fattore in grado di decidere della vita delle persone.