Di milardi a disposizione del Governo ce ne sono pochi ma, a quanto pare, l’intenzione è quella di spenderli nella direzione della riduzione delle tasse. Il problema che sta sorgendo è: quali tasse è meglio ridurre? Quelle sul lavoro o quelle sulle persone? La Confindustria pensa alla prima alternativa. Questa opinione può essere considerata opinabile o meno ma una cosa è certa: il peso del fisco sul costo del lavoro in Italia è praticamente insostenibile.
E’ Bankitalia ad aver restituito le cifre della tragedia (attraverso una ricerca pubblicata qualche giorno fa). Ecco i numeri (aggiornati al 2012).
Il 38,3% del costo del lavoro è rappresentato dalle tasse e dai contribuiti fiscali per ciò che concerne l’intero universo dei lavoratori italiani. Si tratta di un dato allarmante: la media OCSE si attesta intorno al 26%.
Il 47,6% del costo del lavoro è rappresentato dalle tasse e dai contribuiti fiscali per ciò che concerne i lavoratori dipendenti italiani (che quindi sono le vere vittime).
2,6% è la percentuale che identifica l’aumento della tassazione sul lavoro dal 2007 al 2012 per ciò che concerne l’intero universo dei lavoratori italiani.
0,7%-1% è la percentuale che identifica il range entro cui si posizionano gli aumenti della tassazione sul lavoro che è stata registrata dal 2007 al 2012 negli altri paesi europei.
0,5%-1% è la percentuale che identifica il range entro cui si posizionano i decrementi della tassazione sul lavoro che è stata registata dal 2007 al 2012 in alcuni paesi Ocse extra-europei (come gli Usa).