La crisi sta modificando molte delle abitudini degli italiani. Un certo cambiamento sta interessando anche il rapporto tra i cittadini e i loro beni immobiliari. Ciò non si riduce esclusivamente all’aumento della pressione fiscale sulla casa ma anche a una vera e propria tendenza alla vendita. Il motivo è semplice: la crisi morde, le famiglie e gli individui hanno bisogno di liquidità. Va da sé che la principale vittima di questa nuova tendenza è la seconda casa.
A dare la notizia è stata, attraverso una ricerca, Bankitalia ma è stato Il Sole 24 Ore – in un articolo del 24 marzo – a garantire una compiuta diffusione.
L’offerta di immobili è dunque aumentata. Peccato, però, che le compravendite siano diminuite nel corso degli anni (a causa della crisi) e che, nonostante alcuni segnali positivi, ancora nel 2013 siano scese del 9,2%. A pesare sono soprattutto le sofferenza sul fronte del credit crunch, ben rappresentata dal calo dei mutui erogati (-7,7% dal 2012 al 2013).
In questo panorama, non stupisce che si siano allungati i tempi necessari per vendere un immobile. Oggi, occorrono circa 8 mesi. Il calo del prezzo rispetto all’offerta iniziale è del 16%. Numeri, questi, che certificano lo stato di sofferenza del mercato immobiliare.
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