Enti e associazioni offrono generalmente una visione pessimista – o realista – del mercato immobiliare italiano. Altre, ma sono in netta minoranze, preferiscono disegnare un quadro più fiducioso. Tra queste spicca Assilea (Associazione Italiana Leasing) che attraverso il suo presidente Edoardo Bacis ha parlato di una ripresa imminente per il mercato immobiliare.
Il dirigente si è soffermato, ovviamente, sulla questione leasing, che è direttamente connessa alla risoluzione del credit crunch. Ebbene, Bacis si è dichiarato ottimista anche in virtù delle modifiche normative presenti nella Legge di Stabilità: “Le recenti modifiche inserite nella Legge di Stabilità, che rendono più conveniente il ricorso al leasing, consentiranno al settore di agganciare la ripresa e di sostenere l’avvio dei nuovi investimenti produttivi”.
Ma Bacis rivela anche che “negli ultimi anni molte delle società di leasing che hanno visto crescere la propria quota di mercato sono state quelle specializzate nel comparto strumentale”. Ciò significa che la spinta verrà data soprattutto dalle Pmi, ansiose di interagire nel mercato e pronte, finalmente, a essere finanziate dagli istituti in modo meno problematico. Tendenza, questa, che è iniziata giù l’anno scorso: “Già dal 2013 il mercato ha dimostrato una ritrovata vivacità in termini di numero di operazioni, soprattutto per i beni strumentali”.
Assilea è troppo ottimista? Di recente altre associazioni hanno espresso pareri opposti, sebbene parlando di settori contigui ma diversi. Federimmobiliare, per esempio, ha posto l’accento sulla perdite della ricchezza immobiliare, stimata in 54mila euro in meno a famiglia e in 1.000 miliardi complessivi.