La pressione fiscale in Italia è al limite del sopportabile (per alcuni settori è addirittura al di là). In particolare, la tassazione è imponente per ciò che concerne il patrimonio immobiliare. Nonostante le promesse del Governo, nel 2014 pagheremo almeno quanto già pagato nel 2012, forse addirittura di più (se le amministrazioni locali non scioglieranno il nodo detrazioni). E poi c’è la mini-Imu, sulla quale si sono spesi fiumi di parole, le cui responsabilità vanno attribuite anche ai sindaci che hanno aumentato l’aliquota all’ultimo momento.
In questo panorama, si insericono alcune amministrazioni “virtuose” che, se possono, non pensano due volte ad abbassare le tasse o addirittura ad annullarle del tutto.
Nella lista dei buoni ci sono anche Comuni di una certa entità e importanza, anche Comuni capoluogo. E’ giusto renderne merito.
Tra i capoluoghi di Provincia che non hanno aumentato l’aliquota standard dell’Imu e che, di conseguenza, non faranno pagare la mini-Imu ai cittadini, ci sono: Ferrara, Imperia, Savona, La Spezia, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Mantova, Monza, Sondrio, Udine, Trieste, Gorizia e Pordenone, Asti, Biella, Cuneo e Vercelli, Trento, Bolzano, Aosta, Padova, Treviso, Venezia e Vicenza.
Vanno segnalati, poi, alcuni casi di “virtuosismo estremo”, sebbene riferiti a piccoli Comuni. In cima alla classifica delle eccellenze, anche dal punto di vista etico, troviamo Solarino, in provincia di Siracusa. Il sindaco ha addirittura abolito la Tares per chiunque abbia deciso, o deciderà, di adottare un cane randagio.
Nonostante questi episodi positivi, decine di milioni di italiani dovranno pagare la mini-Imu, raccolti in oltre 2.300 Comuni.