Si avvicina un venerdì nero per i contribuenti italiani. Il 24 gennaio, infatti, scade il pagamento della Tares e della Mini-Imu, due tasse che stanno causando parecchi grattacapi ai cittadini. Grattacapi non solo per l’entità del pagamento in sé ma piuttosto per le procedure nebulose che accompagnano l’atto di pagamento.
In breve, è difficile sapere quanto pagare e come pagarlo.
Per facilitare la vita degli italiani, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha messo a disposizione di tutti una pagina internet nel quale si trovano la risposte alle domande più frequenti. Il meccanismo è quello solito delle FAQ (Frequent Asked Question).
Nella pagina, ad esempio, si legge che il modulo e il codice tributo tanto della Tares quanto della Mini-Imu sono gli stessi utilizzati da sempre per la tassa sui rifiuti e la tassa della casa.
Si legge, inoltre, che l’importo minimo dovuto è 12 euro e che nel caso in cui dal calcolo risulti che questi tributi sono inferiori a 12 euro, i suddetti tributi non vanno pagati, ma solo se il Comune non ha predisposto una cifra diversa. La cifra utile alla verifica della soglia corrisponde, infine, a l’intero importo dovuto e non all’ultima tranche.
Un altro particolare non di poco conto è che coloro che abbiano già pagato la Tares a dicembre devono, se non l’hanno fatto, versare solo la maggiorazione, decisa dal Governo nella misura di 0,30 euro con lo scopo di contribuire al ripianamento delle finanze dello Stato. In alcuni Comuni, però, la Tares è arrivata “tutta in una volta”, sicché sono scoppiate proteste causate, ovviamente, all’entità “estrema” del tributo.