Fabrizio Saccomanni, ministro dell’Economia, si è dichiarato ottimista per ciò che concerne questo 2014. Lo ha fatto nel corso di un’intervista a Repubblica. L’argomento principale è stato quello delle tasse: secondo l’ex direttore di Bankitalia diminuiranno a partire da quest’anno.
“Il 2014 sarà l’anno della svolta. La ripresa si consoliderà e famiglie e imprese pagheranno meno tasse. Ma la precondizione è la stabilità politica, senza la quale l’Italia è a rischio”.
Possiamo crederci? Alcuni elementi che vanno in senso opposto, spiace dirlo, ci sono. Il capitolo Iuc-Imu, infatti, si è arricchito di una novità che certo non può far piacere agli italiani: il Governo sta pensando di aumentare l’aliquota massima dal 2,5 al 3,5 per mille. La motivazione ufficiale è la necessità di trovare risorse affinché i Comuni possa istituire le detrazioni, in modo da far pagare di meno alle fasce deboli, ma il rischio è che alcune amministrazioni ne approfittino per fare cassa indiscriminatamente.
Poi ci sono quei numerosi, seppur piccoli, aumenti che riguardano i trasporti, il pedaggi, l’energia e la benzina. Insomma, i contribuenti potrebbero, nel 2014, spendere più di quanto non abbiano speso nel 2012 e nel 2013.
Le parole di Saccomanni sono solo propaganda quindi? Può darsi, almeno stando a sentire il parere di Squinzi, presidente di Confindustria, che si è dimostrato scettico sull’effettivo calo delle tasse. “Speriamo che sia vero”, ha commentato laconicamente. “Per ora non ci sono elementi per esprimersi in questo senso”.