In questi giorni ha tenuto banco il dibattito sulla mini-Imu, una sorta di ultimo canto del cigno dell’Imu sulla prima casa. A dispetto delle rassicurazioni del Governo, che nei mesi scorsi aveva insistito sull’annullamento totale dell’imposta almeno per ciò che concerne il 2013, tantissimi italiani saranno costretti a pagare una versione ridotta entro il 24 gennaio.
La mini-Imu “esiste” per tutti quei Comuni che per l’anno appena passato avevano deciso per un aliquota superiore al 4 per mille. Si parla di 2.500 Comuni e di 12 milioni di italiani interessati.
Quanto ci costerà la mini-Imu? L’esecutivo ha sempre parlato di “qualche euro” o al massimo di qualche decina. Il Correre della Sera ha però prodotto una stima che si allontana decisamente dalle interpretazioni effettuate dal Governo. Si parte, infatti, da un minimo di 10 euro e si arriva – clamorosamente – a sfiorare i 300 euro.
I fattori da prendere in considerazione sono l’aliquota decisa dai Comuni per il 2013 e la rendita catastale.
L’ipotesi più confortante si realizza quando l’aliquota è al 4,45 per mille e la rendita catastale è 300-399 euro. In questo caso, la mini-Imu consisterà in “soli” 10 euro.
L’ipotesi più negativa si realizza, invece, quando l’aliquota è al 6 per mille e la rendita catastale dai 2.000 euro in su. In questo caso, la mini-Imu peserà per l’incredibile cifra di 295 euro.
Il ministro Del Rio, protagonista di furiose polemiche con l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), ha parato di una spesa media che si aggira intorno ai 40 euro. Questa stima potrebbe essere esatta, anche perché, stando al calcolo del Corriere – la cui tabella è inserita all’interno di questo articolo – a quella cifra corrisponde la combinazione “rendita 300 euro – aliquota al 6 per mille” o la combinazione “rendita 400 euro – aliquota al 4,45”.