Il primo fattore è il calo dei prezzi. La crisi morde ancora, nonostante i primi parametri macroeconomici facciano ben sperare, e ha avvitato l’Italia in una spirale deflattiva che interessa soprattutto il mercato immobiliare. Gli ultimi dati a riguardo sono stati pubblicati dall’Istat, seppur in via preliminare. Questi suggeriscono un calo dei prezzi su base annua del 5,3% (terzo trimestre 2012 – terzo trimestre 2013). La discesa non si è ancora fermata e ciò può fare al caso di coloro che hanno del capitale da investire. Attenzione però: il calo rispetto alle precedenti rilevazioni è stato meno decisi, quindi si avvertono i prodromi di una futura ripresa.
Ebbene, dal 1° gennaio, l’imposta di registro costerò di meno, ma solo in caso di acquisti di prima casa da un privato. L’importo è ora del 2% sul prezzo dell’immobile, mentre l’anno scorso era del 3%. Peccato che tutti gli altri casi (acquisto da impresa, acquisto da seconda casa) abbiano visto un aumento dell’imposta di registro, in alcuni casi anche abbastanza sostenuti. Per la seconda casa, la percentuale è infatti passata dal 7 al 9%.
Senza contare, infine, l’istituzione di una soglia minima di 1.000 euro. Questo vuol dire che dovranno pagare questa cifra anche coloro che avrebbero diritto a un’imposta di registro di importo minore.
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