Iuc, la nuova tassa sulla casa, alla fine costerà agli italiani più di quello che all’epoca costò l’Imu e molto di più della vecchia Ici. Tutto ciò in barba alle dichiarazione di Letta che si vanta tutt’ora di non aver aumentato le tasse.
L’aumento è stato chiesto ai Comuni. Lo scopo è permettere agli amministratori locali di procedere con le detrazioni, dato che la norma licenziata dal Parlamento non le prevedeva esplicitamente e delegava quest’onere alle casse comunali, già vessate dai tagli. L’aumento dell’aliquota massima, dunque, consentirà ai sindaci di istituire un prelievo pesante per chi può permetterselo e un prelievo leggero o praticamente inesistente per le fasce disagiate.
E’ lecito supporre, però, che alcuni Comuni “giocheranno sporco” e approfitteranno della nuova aliquota massima per aumentare il gettito e non per modulare le detrazioni.
In quanto consisterà l’aumento? Si parla dell’uno per mille. Si passerà, dunque, dal 2.5 attuale al 3.5 per mille. Ciò significa che il gettito combinato di Iuc e Imu (quest’ultima infatti permane per le prime case di lusso e per le seconde case) risulterà per il 2014 di 28 miliardi, contro i 20 miliardi del 2013 e i 24 miliardi del 2012.
La novità non è piaciuta a Fiaip e Confedilizia, che vedono nella Iuc e – a maggior ragione – nell’aumento dell’aliquota, una presa in giro da parte del Governo e una stangata per chiunque operi o abbia a che fare con il settore edilizio. Le due associazioni stanno pensando a una serie di manifestazioni di proteste.
Nelle ultime ore, il ministro per gli Affari Regionali Graziano del Rio, aveva tentato di scongiurare l’aumento attraverso una tassa una tantum sul gioco d’azzardo. Putroppo, la pressione delle lobby e la mancanza di tempo hanno giocato a sfavore del ministro.