Oggi 21 dicembre è stata approvata la Legge di Stabilità. Ogni deadline è stata superata, quindi in teoria non ci sarebbero altre possibilità per correggere il tiro sul fronte delle tasse sulla casa. Un capitolo, questo, che ha lasciato perplessi quasi tutti i soggetti politici ed economici implicati nella vicenda.
Perplessità (anzi, avversione) è stata manifestata dal Pdl, che voleva l’abolizione delle tasse sulla prima casa per tutti. Anche il Pd, a esclusione della componente governativa, avrebbe preferito qualcos’altro (tasse solo per chi ha redditi alti). Le associazioni e gli enti, poi, hanno accolto con molte critiche la Tasi in quanto frutto di un cambiamento di nome e non di sostanza.
In questi ultimi giorni si sono dimostrati molto combattivi anche i sindaci, che hanno lamentato il rischio di rimanere “a secco” qualora il Governo avesse optato per le detrazioni “pesanti” (in stile vecchia Imu sulla prima casa). Le tasse sulla casa, va ricordato, sono tasse “locali”, il cui gettito ha come destinatari le casse comunali. Queste proteste hanno di fatti impedito l’inserimento delle detrazioni nella Legge di Stabilità.
Il risultato è che il Governo è stato di fatto costretto a rinviare il problema. La situazione odierna è che le detrazioni stazionano a un punto morto e che nelle prossime settimane si interverrà con un decreto ad hoc per formalizzarle. Tutto dipenderà dal tempo che l’esecutivo impiegherà a trovare le risorse per le detrazioni. Risorse da trasferire ai Comuni, come tra le altre cose ipotizzate dall’Anci.
Graziano Del Rio, ministro per gli Affari Regionali, esulta ma il clima di incertezza sulla Tasi è destinato a durare almeno per un altro po’ di tempo.