Se gli italiani pensavano di dedicare le rispettive tredicesime ai regali di Natale si sbagliavano di grosso. Almeno la maggior parte di loro. Il 90% delle mensalità extra, infatti, verrà speso per pagare le tasse. E’ quanto emerge da uno studio di Adusbef e Federconsumatori.
Due sono le dinamiche principali. In primo luogo, il progressivo aumento della pressione fiscale, che secondo Bankitalia ha raggiunto il 44%, ponendo l’Italia al quarto posto in Europa. Più tassati di noi, per esempio, sono i finlandesi, che però ricevono in cambio servizi più completi e migliori, e in ogni caso versano in una situazione occupazionale nettamente più favorevole. In secondo luogo, l’erosione delle tredicesime. Se è vero che la perdita del potere di acquisto si è sostanzialmente arrestata grazia al calo dell’inflazione (stiamo per entrare in una catastrofica spirale deflattiva), è altrettanto vero che le tredicesime stanno diminuendo di peso semplicemente perché, in circolazione, ce ne sono sempre di meno. Meno posti di lavoro vuol dire meno stipendi, quindi meno tredicesime. Si parla di un decremento di 300 milioni.
Questi dati consegnano il Paese a delle conseguenze assai negative e in grado di incidere pesamentemente sulle performance economiche. A causa delle scarse disponibilità di denaro si ridurranno i consumi. Si prevede un catastrofico -11% rispetto ai consumi registrate a Natale dell’anno scorso. Se poi si considera che anche il 2012 registrava un calo rispetto all’anno precedente, si ha un’idea delle dimensioni del problema.
Pochi consumi, minori introiti per le imprese, fallimenti e licenziamenti. E’ questa la spirale in cui l’Italia rischia di trovarsi anche questo Natale. Questo circolo vizio, infatti, caratterizza le nostre vita ormai da qualche anno.
La previsione di Federconsumatori e Adusbef, comunque, è che il 90% delle tredicesime andrà in tasse, l’1% andrà a infoltire i risparmi e solo il 9% andra speso in regali e consumi vari o “natalizi”.