La nuova tassa sulla casa sta finalmente vedendo la luce. Dopo continui rinvii, modifiche del nome, allarmismi e critiche di ogni tipo, “nasce” la Iuc, che si comporrà di Tasi e Tari. La prima sostituirà la vecchia Imu, la seconda interesserà invece i rifiuti. Per molti italiani, però, si tratterà appunto di un mero cambio di non, se non – addirittura – di un passaggio a loro sfavorevole. A sostanziare un passo indietro è il capitolo detrazioni che, fino a questo momento, appaiono deboli e generalmente non all’altezza della progressività di cui l’Imu, nonostante le distorsioni e le perplessità, poteva fregiarsi.
Il Governo è al lavoro per trovare risorse al fine di instaurare un regime di detrazioni decente, che tenga conto delle contenute capacità delle fasce più povere di far fronte alla nuova tassa. In prima fila è il ministro per Affari Regionali Graziano Del Rio, che ad oggi si dice ottimista. In ballo ci sono sicuramente 500 milioni, ma – stando alle sue parole – si potrà arrivare più o meno facilmente a tre volte tanto: “Ci sarà un altro provvedimento prima della fine dell’anno un decreto in cui rivedremo la flessibilità delle aliquote per le detrazioni alle famiglie: 500 milioni già ci sono con la Legge di Stabilità ma si arriverebbe a 1,2-1,3 miliardi”.
Per i sindaci è troppo poco. A tuonare, di recente, è stato il primo cittadino di Roma, Ignazio Marino, il quale ha addirittura prospettato una sorta di class-action di tutti i sindaci nei confronti dello Stato. Insomma, una vera e propria denuncia in tribunale: “Il 29 gennaio terremo a Roma l’assemblea straordinaria dei sindaci per valutare le decisioni del governo e del Parlamento e assumere le iniziative conseguenti . Potremmo anche arrivare a una conflittualità con lo Stato, che porterà i Comuni a far valere le proprie ragioni in tribunale“.