Le rate dei mutui dipendono da alcuni parametri. Quelle dei mutui a tasso variabile dipendono, in particolare, dall’euribor. Questo può essere “a 3 mesi” e a “1 mese” dipendentemente dalle scelte compiute dall’istituto di credito nel momento in cui l’offerta del mutuo è stata impostata.
La notizia è che in queste prime settimane di dicembre l’euribor “1 mese” ha subito un rialzo inaspettato, che ha dello schizofrenico. Se a fine novembre era fermo allo 0,13%, oggi è allo 0,16%. Si tratta di centesimi, certo, ma forse di qualcosa in più, visto che si parla comunque di un aumento del 23%.
Questo aumento, comunque, non sostanzia cambiamenti rilevanti nei tassi di interesse dei mutui. Da questo punto di vista è vero: si tratta di centesimi. Il vero problemo è capire se si tratta di un aumento casuale o di un segnale negativo, in grado di rivelare un trend rialzista. A questo scopo, è bene analizzare l’andamento dell’euribor a 3 mesi, che è anch’esso aumentato, ma molto meno: si è passati dallo 0,22% allo 0,23%. Questo dato, quindi, suggerisce di scartare previsioni nefasta per il futuro.
Altri parametri da tenere d’occhio sono rappresentati dalle previsioni. Si pensava, prima che Draghi annunciasse la sforbiciata dei tassi di riferimento, che l’euribor “1 mese” potesse raggiungere a metà del 2016 quota 1%. Oggi, la previsione parla del raggiungimento di quella percentuale solo a fine del 2016. A giudicare anche da questo parametro, quindi, il timore di un trend rialzista è scongiurabile e, anzi, sarebbe addirittura midigato dalle decisioni di Draghi in termini di politica monetaria.