Il Governo aveva promesso l’abolizione dell’Imu, come minimo per l’anno in corso.
Per il 2014 la promessa non sarà mantenuta, visto che il tributo sulla proprietà della prima casa di pagherà semplicemente con un nome diverso. Promessa mantenuta, o quasi, per il 2013. Ci sono però alcune eccezioni. Per la precisione ce ne sono circa 2.370.
E’ questo il numero dei Comuni in cui i cittadini pagheranno “un po’ di Imu” anche per quest’anno. Si tratta della mini Imu, l’ultimo rigurgito di una tassa che la maggior parte dei cittadini reputa odiosa.
Se Letta e compagnia bella l’avevano abolita, perché si paga? E’ tutta una questione di copertura. Il Governo, infatti, ha trovato le coperture solo per eliminare i prelievi “con aliquota normale”, non con aliquota maggiorata. I casi in cui le amministrazioni locali ci sono andate giù pesante con la tassazone non sono pochi, vista la pessima situazione in cui versa una discreta quantità di casse comunali. Sicché, fuori dalla copertura e fuori dall’abolizione rimarrà la differenza tra il prelievo effettivo e il prelievo “normale”.
Per la maggior parte dei cittadini interessati si parla di qualche decina di euro. Un sacrificio quasi trascurabile rispetto agli altri che, specie a fine anno, si è costretti ad affrontare. La questione è però molto spinosa, visto che la mini Imu può essere strumentalizzata come la prova della difficoltà di Letta a rispettare le promesse.
Per trovare ulteriori coperture è troppo tardi: entro il 16 dicembre va pagata la mini Imu. L’esecutivo, quindi, sta pensando a una sorta di rimborso, da concedere sotto forma di sconto per la tassazione successiva. In estrema sintesi, la mini Imu sarà detraibile dalla Iuc del prossimo anno. Una buona notizia, quindi, che certo non determina per le famiglie l’uscita dalla crisi ma, in qualche modo, restituisce fiducia e metto a disposizione alle stesse qualche decina di euro, che male non fanno.