Non servono studi o ricerche approfondite per capire che il passaggio dall’Ici all’Imu ha comportato un salasso per le risorse economiche degli italiani. La sensazione, diffusa e generalmente giusta, è quella di un aumento corposo, non determinato solamente dal coinvolgimento nel prelievo della prima casa – per alcuni anni assente dalla categoria “imponibile”.
Una tabella di Confedilizia, ripostata da Repubblica, perà, mette “in colonna” gli ultimi anni dal punto di vista della tassazione. Il periodo considerato è quello da 2011 al 2013, ossia dall’ultimo anno dell’Ici all’ultimo anno dell’Imu nella sua versione “solitaria”. Confedilizia, inoltre, inserisce anche le previsoni per il 2014, anno in cui entrerà a regime il sistema Imu+Tasi. In questo caso le alternative sono due, entrambe considerate: l’aliquota all’1 per mille e quella al 2,5 per mille.
In generale, però, si apprezza un aumento del gettito che ha del clamoroso. Si parla di una crescita intorno al 180% da un anno all’altro. Indice, senza ombra di dubbio, dell’incredibile sforzo a cui sono stati chiamati – e a cui sono chiamati tutt’ora ovviamente – i contribuenti italiani.
Non stupisce quindi che l’Imu sia un elemento molto spesso tirato in ballo in occasione delle contese elettorali. La tassa sulla casa, oggi più che mai alla luce di un prelievo ingentissimo, è un tasto sensibile secondo gli italiani. Prometterne una riduzione o, come ha fatto Berlusconi, persino la sua restituzione permette di conquistare un numero enorme di voti.
Ad ogni modo, ecco la tabella di Confedilizia.
ANNO | TASSA | GETTITO (mld) | AUMENTO SUL 2011 (mld) |
---|---|---|---|
2011 | Ici | 9,2 | |
2012 | Imu | 23,7 | 14,5 |
2013 | Imu | 20 | 10,8 |
2014 | Imu+Tasi (all’1 per mille) | 23,8 | 14,6 |
2014 | Imu+Tasi (al 2,5 per mille) | 27 | 17,8 |