I proprietari di casa hanno, per questo 2013, tirato un sospiro di sollievo. L’Imu sulla prima casa non si è pagata, se escludiamo la mini-Imu che comunque coinvolgerà “solo” il 30% dei Comuni e imporrà l’esborso di qualche euro.
Non si è fatto a tempo a tirare il sospiro di sollievo, però, che già la preoccupazione per l’anno prossimo venturo è montata. Il Governo, spiace dirlo, ha fatto molta confusione e forse la sta ancora facendo. Si è parlato all’inizio della Trise e della Tasi, poi della Tuc e infine della Iuc. Il risultato è che nessuno ha la certezza quanto costerà l’essere proprietario di casa in Italia.
Certo è che il catasto sta pensando di rendere pan per focaccia alla maltrattata categoria dei proprietari di casa. L’arma che verrà blandita – in alcuni casi è già blandita – per riscuotere il maggior gettito possibile è quella della revisione delle rendite catastali. Molte città, soprattutto quelle più grandi, stanno “subendo” un processo di aggiornamento epocale. Ufficialmente, si tratta di adattare le scorse rendite, giudicate inadeguate, agli standar moderni e alle condizioni attuali degli immobili. De facto, però, c’è la paura che, appunto, si riduca tutto a una macchinazione per spillare denaro ai contribuenti.
La prima città a essere coinvolta in questa sorta di rivoluzione del catasto è Roma. Ebbene, le notizie che giungono dalla Capitale non sono buone. Sono sparite, infatti, in tutto il territorio comunale, le classificazioni A5, che corrisponde agli “alloggi ultrapopolari”. Sono diminuti, in una percentuale ancora non diffusa, gli alloggi popolari A4.
Le zone interessate dalla revisione sono Aventino, Trastevere, Borgo, Prati, Flaminio 1, XX Settembre, Monti, San Saba, Testaccio, Gianicolo, Delle Vittorie-Trionfale, Flaminio 2, Parioli, Salario Trieste, Esquilino e Ville dell’Appia. Per un totale di 174.000 immobili aggiornati su un totale di 224.ooo.