Acquistare un immobile, di questi tempi, è impresa assai ardua. Ostacoli talvolta insormontabili sono le pretese delle banche, ormai restie a concedere mutui a condizioni accettabili e le generali ristrettezze economiche a cui sono costretti i cittadini italiani. Per fortuna, ad aiutare il contribuente, intervengono le agevolazioni fiscali sulla prima casa. Grazie a queste, è possibile risparmiare migliaia di euro. Cifra, questa, che spesso fa la differenza tra il comprare e il non comprare.
Tanto più che, dal 2014, le agevolazioni aumenteranno in consistenza. L’imposta di registro “agevolate”, infatti, si assesterà dal 1° gennaio al 2% del costo della transazione, e non al 3% come è tutt’ora e come sarà fino al 31 dicembre.
I requisiti per accedere alle agevolazioni fiscali prima casa non sono poi molte. Sono anche poco stringenti, sicchè a fruirle sono un gran numero di persone. Si tratta però di requisiti particolari, che possono essere facilmente violati. Ecco una lista esaustiva.
Il Comune di residenza dell’acquirente e il Comune in cui è sito l’immobile oggetto della transizioni debbano coincidere. Il caso contrario, l’acquirente ha 18 mesi di tempo per effettuare il cambio di residenza.
L’acquirente non deve avere usufruito in passato di agevolazioni sulla prima casa.
L’acquirente non deve essere proprietario, pure in regime di comproprietà, di un immobile acquistato per mezzo di agevolazioni fiscali sulla prima casa.
L’acquirente non deve essere proprietario di immobili situati nel Comune in cui è sito l’immobile oggetto della transizione.
Quest’ultimo punto è emblematico. Non è infatti l’effettivo domicilio a determinare lo status di “prima casa”, bensì il fatto che il Comune di residenza e il Comune in cui è sita la presunta prima casa coincidano.