La Legge di Stabilità è praticamente a un punto morto. Non stupisce che il Governo abbia deciso di porre la fiducia. A dividere gli animi, il capitolo casa. Il risultato del compromesso tra Pd e Pdl ha partorito una tassa, la Tasi, che è in fin dei conti una Imu peggiorata. Particolari proteste ha suscitato la mancanza di detrazioni nel testo base, che quindi penalizzava i ceti più poveri, da sempre esenti (o quasi) dal prelievo sulla prima casa.
La situazione sembra però in via di risoluzione. L’ultima trovata è del Pd, che sta proponendo – a quanto pare riscuotendo i sì di tutta la maggioranza – una sorta di detrazioni facoltative. Queste non vengono decise dal legislatore, ma lasciate ai Comuni che decideranno se applicarle e come applicarle, cercando comunque di rispettare l’impianto delle detrazioni Imu. Lo Stato stanzierà semplicemente un fondo di 300 o 400 milioni agli enti locali proprio a questo scopo.
Si può essere soddisfatti di questa via d’uscita? In un certo senso, no. In tempo normali potrebbe essere accolta con favore, ma oggi, con la crisi che stritola i Comuni, affossati da un Patto di Stabilità Interno assai deleterio e in perenne assenza di risorse finanziarie, la scelta di rendere facoltative le detrazioni significa, di fatto, negarle.
E’ lecito pensare che i Comuni, quasi tutti bisognosi di fondi anche solo per il semplice mantenimento dei servizi, negeranno o edulcoreranno le detrazioni.
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