Il Parlamento sta ancora discutendo sulla Legge di Stabilità e, in particolare, sulla questione della tassazione sugli immobili. Al Pdl non piace la Tasi, data la sua estrema somiglianza con la vecchia Imu prima casa e ha quindi proposto la Tuc (Tassa Unica sulla Casa), provvedimento che sconvolgerebbe l’impianto della Trise.
Giochi di parole a parte (Trise Tasi Tari Tuc sembra uno scioglilingua) il problema è sempre quello: come eliminare il tributo sulla prima casa senza sforare il Patto di Stabilità? Ricordiamo che solo ieri il Commissario Ue all’Economia Olli Rehn ha riciamato l’Italia perché con questa legge rischia di “sforare”. La risposta a questo dilemma in verità c’è, e sono molti parlamentari a spingere affinché si trasformi in norma. L’abolizione della tassa sulla prima casa si finanzia… Tassando la seconda casa. Si tratta evidentemente di una soluzione raffazzonata, un tentativo di far bastare la coperta – visibilmente corta – a tutto ciò che c’è da coprire. Non sarebbe la prima volta che il lavoro di questa legislatura si riduce a un semplice spostare risorse da un posto all’altro, da una tassa all’altra.
In particolare si pensa di maggiorare l’aliquota sulle seconde case del 50% e, con il denaro recuperato, abolire la Tasi per l’80% dei proprietari.
In questo momento si sta discutendo anche di altro. E’ recente la notizia della bocciatura, da parte del Governo, dell’estensione della no tax area. Si era proposto di innalzare il livello al di sotto del quale non si paga l’Irpef, nello specifico fino a 12.000 euro all’anno, ma Fassina prima e gli altri esponenti dell’esecutivo poi hanno bollato questa misura come irrealizzabile. La motivazione è sempre la stessa: non ci sono solid.
Non rimane che aspettare per vedere come si concluderà questa vicenda. Certo è che, tra la popolazione, il pessimismo è ormai diffusissimo.