Il via al Redditometro, lo strumento introdotto per stanare i furbetti del Fisco, è in parte frenato dal Garante della Privacy, che prescrive all’Agenzia delle Entrate alcune misure per tutelare i contribuenti italiani.
Il Fisco, dunque, attraverso il Redditometro, non potrà spiare tutti gli aspetti della vita quotidiana delle famiglie, al fine di verificare i loro redditi certi, ma dovrà attenersi soltanto ai dati riguardanti le entrate certe e quelle e quelle che valorizzano elementi indiscutibili, come il possesso di beni, l’utilizzo di servizi, etc.,).
Vediamo nel dettaglio quali dati l’Agenzia delle Entrate non potrà utilizzare prima di inviare agli eventuali “evasori” fiscali le lettere di contestazione e l’invito al contradditorio:
le medie istat non potranno essere tenute in conto per determinare quale sia l’ammontare delle spese ricorrenti, come l’abbigliamento, gli alimentari, i viaggi;
il fitto figurativo non potrà essere ritenuto elemento valido per sottoporre i contribuenti ad accertamento, ma utilizzato solo dopo corretta verifica della composizione del nucleo familiare.
Infine, sempre secondo quando indicato dal Garante per la Privacy, l’Agenzia delle Entrate dovrà specificare ai contribuenti sottoposti ad accertamento, quali siano le risposte obbligatorie da fornire, comprese le sanzioni applicabili e quelle facoltative.
Sulla prossima dichiarazione sarà riportata l’informazione riguardante l’utilizzo dei dati dei contribuenti per il Redditometro.