“Spesso è lo Stato che non riesce a incoraggiare la legalità“. Con questa frase, l’avvocato Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, denuncia la difficoltà, per i proprietari, di affittare con un minimo di profitto.
La sua considerazione è amara, quasi incredibile: nove mesi e mezzo di canone se ne vanno via in tasse. Ai proprietari rimangono solo gli ultimi 77 giorni dell’anno. Senza contare, poi, gli interventi di emergenza (es. le riparazioni) che comunque in situazioni del genere possono facilmente capitare.
E’ molto facile, dunque, che chi mette in affitto un suo immobile addirittura sia costretto a sborsare di tasca sua: “Il proprietario va in perdita. E ancora: se un inquilino se ne va e ne subentra un altro, le cose peggiorano ulteriormente. C’è da fare un nuovo contratto e si aggiungono altri costi”.
La perdita è certa se l’inquilino non paga il canon. In quel caso, ovviamente, il proprietario è comunque tenuto a versare allo Stato le tasse. Certo, recuperare le mensilità non è difficile in linea teorica, è sufficiente intentare una causa legale. Se l’inquilino, però, si appella al concetto di “morosità incolpevole” può essere dispensato dal pagamento e così il proprietario si trova a dover pagare le tasse su un reddito che non ha percepito.
Sforza Fogliani, infine, ha lanciato un atto di accusa nei confronti del Governo, visto che ha ripristinato il tributo, o meglio la sanzione, per quegli immobile che non sono attualmente locati: “Avevamo chiesto di non ripristinare la tassazione (abolita nel 2011 e respinta solo 3 mesi fa) degli immobili non locati anche contro la volontà del proprietario. È un’ignominia non degna di un paese civile. roviamo profonda delusione per non essere stati ascoltati. Nessuno avrebbe immaginato che si sarebbe trovato il coraggio di aumentare il livello massimo della tassazione in una situazione del genere”.