Il taglio dei tassi di interesse operato qualche giorno fa dalla BCE aveva fatto sperare in un miglioramento nel settore immobiliare e creditizio (più compravendite e mutui), eppure i segnali che stanno giungendo non sono dei più rassicuranti.
Le Banche, infatti, non sembrano aver tenuto in gran conto la manovra effettuata dalla Banca Centrale Europea, “giocando” al rialzo dei costi sui prestiti ed i mutui; a ciò si aggiunge la stretta creditizia che continua a far registrare diminuzioni nelle erogazioni di finanziamenti alle famiglie.
Inoltre, come evidenziato da Bankitalia, a settembre i tassi di interesse sui mutui acquisto prima casa sono saliti rispetto al mese precedente.
Tutto ciò evidenzia come i benefici dell’ennesimo taglio del costo del denaro siano quasi inesistenti, alla luce anche di un’altra importante constatazione, ovvero che in Italia sono ben pochi i mutui stipulati al tasso BCE, introdotti soltanto da pochi anni, di conseguenza le famiglie che vedranno la propria rata ridursi considerevolmente saranno in numero limitato.
Chi si avvantaggia allora di questo ulteriore ribasso dei tassi di interesse? ancora una volta gli istituti di credito, che possono approvvigionarsi di nuova liquidità “spendendo” meno.
fonte: la notizia giornale
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