La sospensione del mutuo è spesso un’esigenza per le famiglie. La crisi, le sofferenze occupazionali, l’aumento delle tasse rendono impossibile tenere fede all’impegno preso con gli istituti finanziari.
Sospendere il mutuo si può, il legislatore lo prevede. La prospettiva è quella del Piano Famiglie della Consap, finalizzato al sostegno dei nuclei in difficoltà.
La sospensione del mutuo, però, è oggetto di numerose criticità tali da trasformare questa pratica in una sorta di salto nel buio. La responsabilità va attribuita al legislatore, colpevole di non aver regolamentato a dovere l’argomento. Sicché molti particolari rimangono a discrezione delle banche che, ovviamente, interpretano la normativa in un modo che sfavorire gli utenti.
Uno dei problemi è dato dagli interessi. Alla fine della sospensione, il contribuente è costretto a pagare gli interessi. Ebbene, la banca spesso li calcola scorrettamente. Ad esempio, gli interessi vengono calcolato sul capitale da saldare e non sulle rate oggetto della sospensione, con un aggravio dei costi insostenibile per i cittadini. Insomma, sospendere un muto rischia di diventare una cura peggiore del male.
Come difendersi? E’ l’Abf (Arbitro Bancario Finanziario) a spiegarlo. Il consiglio dell’ente è quello di protestare e far valere i propri diritti, sì, ma farlo seguendo un iter preciso. Tocca al contribuente accertarsi dell’irregolarità del calcolo interessi. Dopodiché, questi deve scrivere e far recapitare una lettera di reclamo alla banca “colpevole”. Se entro un mese non giunge risposta, o se la risposta non è soddisfacente, allora non rimane che rivolgersi all’Abf.
Il passa del reclamo è importante perché le banche sono coscienti di quello che fanno quando commettono queste forzature, e temono l’intervento dell’Abf. Spesso basta inoltrare un reclamo per risolvere la situazione.