L’imposta di registro interessa gran parte delle operazioni che riguardano gli immobili, dalla vendita all’affitto. E’ tra le imposte cosiddette notarili quella che suscita le maggiori preoccupazioni, visto che in alcuni casi può raggiungere le migliaia di euro. Esistono alcune agevolazioni, certo, ma sebbene la detrazione permetta di risparmiare, l’imposta di registro rimane comunque una tassa salata da pagare. Per questo, alcuni “preferiscono” fare i furbi e non pagarla, o pagarne solo una parte. Si tratta a tutti gli effetti di evasione, parziale o totale. Altresì, è impossibile negarlo, può accadere che il contribuente si sbagli semplicemente e versi solo una misura parziale.
In questo caso, l’unica scelta da fare è… Redimersi. La “redenzione” prende il nome di “Ravvedimento operoso“, ed è un istituto previsto proprio dalla normativa italiana. In breve, è possibile pagare quello che non è pagato riducendo al minimo le sanzioni.
Come si fa il ravvedimento operoso per l’imposta di registro? Innanzitutto è d’uopo specificare chi lo può fare. Possono usufruire di questa possibilità solo coloro i quali non sono giù stato raggiunti da una notifica di commessa infrazione. Insomma, è sufficiente non essere stati scoperti.
Una volta accertata la propria ideoneità alla fruizione del ravvedimento operoso, occorre semplicemente compilare dei moduli e spedirli all’Agenzia delle Entrate. Il modulo per l’imposta di registro è l’ F23, il quale è scaricabile da sito dell’ente. Il modulo va compilato inserendo il codice tributo corrispondente all’imposta interessata dal ravvedimento stesso. I codici per le imposte di registro sono tanti, e ognuno si riferisce a una specifica variante (imposta di registro contratti di locazione, imposta di registro agevolazioni fiscali e così via). Vanno dal 104T al 122T.