Lo sapevamo che non poteva essere vero. In tempi di crisi come questo, il Governo non ha le possibilità di sopprimere una tassa molto redditizia per lo Stato: l’Imu (sulla prima casa). Da qui l’istituzione della Service Tax, una imposta che ne raggruppa altre e che, ovviamente, nascone al suo interno l’Imu sulla prima casa.
Insomma, continueremo a pagare per la proprietà della prima casa. E’ quanto emerge dalle ultime indiscrezioni sulla Legga di Stabilità, che verrà presentato il 15 ottobre. Tutto cambia, dunque, affinché nulla cambi. L’unica consolazione è che il Governo, a quanto è dato sapere, si è imposto di rendere la parte relativa agli immobili meno esosa dell’Imu. Alcune cifre sono state diffuse e sembrerebbe proprio che tale proposito venga, alla fine, realizzato per davvero.
In breve, l’esecutivo sta pensado di garantire “tre gambe” alla Service Tax. La prima è fornimata proprio dal prelievo sulla prima casa. Un prelievo abbastanza leggero, dunque, consistente nella metà di quello dell’Imu. Leggero quanto? Quanto basta (forse). Si parla di 0,30 euro a metro quadro. Un proprietario di prima casa “media”, intorno ai 90 metri quadri, pagherebbe quindi 27 euro all’anno. “Niente” sarebbe meglio, ma non si tratta di cifre alte.
Buone notizie anche sul fronte Tares. La Service Tax la sostituirà, e questo è di dominio pubblico. E la sostituirà anche “bene”. Anche in questo caso il Governo si è imposto di far pagare per queste “seconda gamba” meno di quanto si fosse mai pagato fino al 2013. Si parla, qui, di massimo di un’aliquota mai superiore all’1,6%.
Queste indiscrezioni hanno indispettito il Governo, che ha chiesto a tutti di aspettare fino a domani prima di tirare conclusioni. Sulle conclusioni pochi si sono avventurato, ma qualche dubbio è sorto: se è vero che la Service Tax è in mano ai comuni, chi vieta loro di aumentare le aliquote anche sopra i limiti proposti dall’esecutivo?