Ieri è approdata in Parlamento la Legge di Stabilità. Un arrivo quanto mai atteso: secondo tutti i partiti la legge necessita di profondi cambiamenti. In estrema sintesi, ha scontantato tutti, eccetto il Governo. Anche tra i ministri, comunque, l’entusiamo non è alle stelle: Alfano ha dichiarato che la legge non è il Vangelo e che quindi è ampiamente modificabile. I più agguerriti sono, ovviamente, i partiti di opposizione come il Movimento 5 Stelle e la Lega.
Le modifiche più corpose riguarderanno i provvedimenti che hanno suscitato più polemiche, quindi il cuneo fiscale, la Tasi (o Trise che dir si voglia), la questione esodati e la questione pensioni.
Per quanto riguarda il cuneo fiscale, l’obiettivo è aumentare i finanziamenti. 5 miliardi in un triennio sono davvero pochi, e appaiono addirittura ridicoli se divisi per il numero dei beneficiari: 14 euro al mese sono un elemosina.
Anche le modifiche sul provvedimento a favore degli esodati sono una questione di numero. Circa 6mila saranno i soggetti la cui situazione verrà risolta grazie alla Legge di Stabilità. E gli altri? Mistero. Il Parlamento cercherà di lavoro anche per loro.
Sul fronte pensione si segnala la volontà di quasi tutti di mettere mano sull’indicizzazione. La soglia dei 3mila euro al mese è considerata dai più come troppo bassa, ma non è quello il problema. Esso risiede nella parzialità delle indicizzazioni, strutturata in base a un principio di progressività che, comunque, in questo caso specifico sfocia nella disugliaglianza. Si lotta, in breve, per garantire l’adeguamento inflattivo al 100% anche alle pensioni dai 2mila ai 3mila euro.
Infine, il capitolo Tasi, o Trise (la seconda contiene la prima). Qui a preoccupare è soprattutto la mancanza di detrazioni per la “Tasi prima casa”, punto a sfavore rispetto alla vecchia Imu. Si punta a introdurre le detrazioni o, nel caso in cui i saldi debbano restare invariati, di aumentare l’aliquota massima e renderla progessiva in base al reddito o a specifiche condizioni familiari.