Quello degli immobili fantasma è un problema. Molte abitazioni in tantissimi Comuni italiani non sono registrati al catasto. Semplicemente, per lo Stato non esistono e dunque non può tassarli. Alcuni studi rivelano che la cifra persa è nell’ordine dei miliardi di euro e che, potenzialmente, allo stato attuale sono recuperabili circa 440 milioni, che comunque non sono pochi. Alla luce della normativa e di alcune prassi degli amminstratori, il recupero è molto difficile.
Ma c’è un modo per recuperare il gettito fiscale, spiegato chiaramente da Il Sole 24 Ore: far rispettare la legge. La legge in questione è in verità un solo articolo, ma molto dirimente: l’articolo 1, comma 336 della legge n. 311/2004. Questo passaggio stabilisce che il Comune ha a disposizione la seguente procedura: pubblicazione dell’elenco degli immobili fantasma rintracciati, imposizione dell’aggiornamento immediato da parte dei proprietari, aggiornamento da parte dello Stato, ma a carico del contribuente, dell’aggiornamento al catasto se entro 90 giorni il proprietario non ha rimediato da sé.
La procedura non sarebbe facile da mettere in campo, anche perché è immediatamente informatizzabile, con una riduzione dei tempi molto marcata. Le piattaforme web dei Comuni hanno già una sezione dedicata all’argormento, dal titolo “Attività comma 336“.
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