Il Governo ha confermato anche per questo 2013 il finanziamento del Fondo per l’accesso al credito per le giovani coppie. Come forse molti ricorderanno si tratta di un fondo istituito nel 2010 dall’allora Ministro della Gioventù Giorgia Meloni tramite il decreto 256.
L’obiettivo di questo fondo era, ed è, quello di andare a garantire l’accesso al credito a quelle giovani coppie che vogliono comprare casa ma non dispongono di quelle garanzie minime che normalmente gli garantirebbero l’accesso al mutuo.
Come confermato da molte analisi di mercato, non da ultime quelle fornite dall’Osservatorio del Gruppo Toscano, si tratta di una situazione comune a molte giovani coppie italiane. A loro viene messo a disposizione per questo 2013 un fondo di 50 milioni di euro circa, che gli consentirà di accedere a mutui a tasso agevolato per l’acquisto della prima casa.
Per accedere ai benefici del fondo è necessario possedere determinati requisiti. Possono accedervi tutti i nuclei famigliari, a prescindere dalla presenza o meno di figli, in cui sia lui che lei abbiamo meno di 35 anni e per i quali l’indicatore ISEE non sia superiore al 35 mila euro. Ma non solo.
Il decreto attuativo stabilisce anche che non più del 50% del imponibile IRPEF generato all’interno del nucleo famigliare, debba provenire da reddito da lavoro dipendente a tempo indeterminato.
In questo modo si vuole avvantaggiare quei lavorati precari ed autonomi che normalmente partono da situazioni più sfavorevoli nell’accesso al credito.
Il decreto fissa poi dei paletti anche su quelle che sono le caratteristiche dell’immobile. Innanzitutto la coppia richiedente non deve essere intestataria di nessun’altra abitazione. In secondo luogo, gli immobili acquistati tramite questi mutui a tasso agevolato non devono essere più grandi di 90 metri quadri e non devono appartenere alle categorie catastali più pregiate come l’A1 (case signorili), l’A8 (ville) e l’A9 (palazzi e/o castelli).
Infine il decreto stabilisce che il tetto massimo del finanziamento spettante ad ogni nucleo famigliare richiedente non può superare i 200 mila euro.
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