La sospensione del mutuo è ormai divenuta una priorità innegabile per tantissime famiglie italiane che, già vessate dalla crisi, faticano a far quadrare il bilancio.
Le soluzioni per riuscire a sospendere il pagamento delle rate e ” respirare” per un pò sono due, entrambe valide, ma che presentano delle differenze importanti per chi si agginge a bloccare il mutuo.
La prima, già nota, è la possibilità di sospendere il mutuo per 12 mesi, grazie al Piano per le famiglie Abi, prorogato per la quinta volta e che consentirà di congelare le rate mensili fino al 31 marzo prossimo.
I requisiti per potervi accedere sono: la perdita di lavoro (determinato ed indeterminato), l’ entrata in cassa integrazione, la sopraggiunta non autosufficienza, il decesso, eventi che devono essersi verificati entro il 28 febbraio 2013, un reddito imponibile lordo non superiore a 40 mila euro.
Inoltre il mutuo da sospendere non deve superare i 150 mila euro e vengono esclusi quelli a tasso variabile con rata costante.
Tale procedura può riguardare l’ intera rata o soltanto la quota interessi; una volta terminato il periodo di sospensione, il cliente sarà tenuto al pagamento degli interessi maturati, attraverso l’ allungamento del piano di ammortamento del mutuo.
La seconda soluzione è raprresentata dal Fondo di solidarietà per i mutui prima casa, già introdotto nel 2010, ma non ancora attivo.
Sembra, però, che da aprile esso riuscirà a partire, consentendo a tante famiglie di sospendere le rate del mutuo per 18 mesi; le condizioni di accesso riguardano il reddito Isee fino a 30 mila euro, perdita di lavoro a tempo indeterminato, sopraggiunta non autosufficienza e decesso.
Tale Fondo consente di sospendere i mutui a tasso fisso, variabile e misto, fino a 250 mila euro e, a differenza del Piano Famiglie Abi, gli interessi da corrispondere a fine periodo sono a carico del Fondo stesso e non dei mutuatari