Mario Draghi, il presidente della BCE, è stato l’artefice di una politica importante ed intelligente; abbassare il termometro legato al settore dei mutui e relativi interessi con parole rassicuranti e usare lo scudo antispread per stabilizzare la situazione sui mercati finanziari.
Il suo scudo antispread è stato efficace, ed a maggior ragione le sue parole: il differenziale tra i titoli di stato tedeschi e quelli italiani si è maggiormente normalizzato, e la quota dello Spread ha toccato una soglia decisamente ragionevole. Attualmente si attesta sui 260 punti.
La notizia è sicuramente molto positiva per gli istituti di credito italiani, un minor stato di tensione su un parametro come quello dello spread ,consente alle banche di poter operare per mettere a posto i loro conti avendo maggiori margini di manovra.
Le banche italiane vedono di fatto le loro azioni aumentare, tutto questo si traduce in una minore esposizione e a minori vincoli per il loro impiego; ma nonostante queste notizie positive i tassi di interesse applicati dalle banche restano alti.
I mutui concessi nell’ultimo anno dalle banche hanno tassi di interesse che sfiorano il + 4,05%, e facendo un paragone con la Spagna, paese maggiormente in difficoltà rispetto al nostro, i tassi di interesse applicati dalle banche italiane sono più elevati.
Una riduzione dei tassi di interesse è possibile, tutto dipenderà anche dal prossimo governo che uscirà dalle urne; situazioni di instabilità politica potrebbero avere ripercussioni non indifferenti in questo ambito.