Secondo quanto emerso da un’indagine dell’Of, Osservatorio Finanziario, la crisi economica che rende sempre meno accessibili i mutui, risparmierebbe almeno in parte le categorie di lavoratori autonomi che lavorerebbero con Partita Iva e che quindi non hanno la possibilità di presentare alle banche la garanzia di uno stipendio fisso con tanto di busta paga.
Sarebbero una percentuale inferiore al 25% del totale le richieste di mutuo che giungerebbero agli istituti bancari da parte di liberi professionisti. E ciò, nonostante i mutui per chi ha partita Iva siano più facili da ottenere. Tasso misto o tasso variabile sarebbero infatti i metodi da utilizzare per ottenere in modo immediato la liquidità per l’acquisto o la ristrutturazione di immobili.
Le soluzioni più interessanti fra i prodotti a tasso misto, sarebbero il mutuo Arancio di IngDirect che ha di recente proposto un tasso pari al 4,39% per il primo quinquennio con l’opzione di passare al tasso variabile dopo o di rimanere col fisso. In questo caso, la durata massima per la restituzione del prestito sarebbe di 30 anni e l’importo andrebbe a copertura dell’ l’80% del valore dell’immobile.
Molto simile è anche la soluzione che propone il Credito Emiliano, la Credem, con un tasso misto del 5,72%; stesso tipo di ammortamento anche per la proposta di UBI Banca pari al 4.05% per una durata massima di 50 anni. Mentre per il tasso variabile, la proposta migliore sembra essere quella di Banco Posta che offre il 3,94% per una durata massima di 20 anni e copertura fino al 65% del valore dell’immobile.