Secondo quanto sta rilevando Confesercenti, la nostalgia per la vecchia ICI starebbe rapidamente crescendo all’interno del territorio italiano e, in particolar modo, nelle fila produttive della Penisola. I proventi dell’IMU, che ha mandato in soffitta la vecchia imposta comunale sugli immobili, saranno infatti pari a quasi 23 miliardi di euro, almeno 5 miliardi di euro in più del previsto e quasi il doppio di quelli derivanti dall’ICI.
Ad esser maggiormente penalizzate nel passaggio da ICI a IMU sarebbero prevalentemente gli immobili destinati a negozi e botteghe, colpiti da un aggravio fiscale pari a 1,8 miliardi di euro, contro 1,1 miliardi di euro derivanti dalla vecchia imposta. La “colpa” è dei quasi 2 milioni di unità immobiliari censiti al catasto come categoria C1 e che per l’80 per cento sono di proprietà di persone fisiche, pur utilizzati almeno in metà in locazione.
Incremento della base imponibile, apprezzamento dell’aliquota standard stabilita dal governo e crescita delle aliquote sulla base dei margini municipali, hanno completato il quadro IMU, ben poco chiarificatore sul futuro della pressione immobiliare nazionale.