Con la nuova riforma Fornero e con l’imminente Spending Review, il fondo di solidarietà per i mutui, instituito qualche tempo fa proprio per tutelare le famiglie italiane da possibili problemi con il pagamento delle rate, è stato letteralmente limitato ad una cerchia ristrettissima di persone, con coperture e agevolazioni del caso, sempre minori.
Chi prima si trovava in situazioni economiche difficili, aveva sostenuto spese mediche o si era visto schizzare le rate del mutuo a tasso variabile, poteva richiedere l’accesso al fondo che garantiva la copertura fino a 18 mensilità del proprio debito, ovviamente con determinati requisiti richiesti, come per esempio un reddito basso.
Ad oggi, tutte queste “vecchie categorie” di possibili richiedenti sono state eliminate, e può accedere al fondo soltanto chi ha perso il lavoro, o si ritrova con un’invalidità o handicap superiore all’80%, e quindi grave, ottenuto dopo l’erogazione del credito, per un periodo minimo di circa 3 anni.
Coloro i quali accedono alla pensione, o sono stati licenziati per giusta causa, oppure ancora si sono dimessi dal lavoro, non potranno più accedere al fondo; allo stesso modo, neanche spese mediche eccessive o costi di ristrutturazione “obbligatori” basteranno per accedere al fondo. Soltanto le due categorie sopra indicate, quindi, potranno ad oggi ricevere i sussidi, con requisiti e restrizioni sempre più limitate.