La crisi ha generato un forte caos nelle abitudini dei consumatori. Tutto cambia quando c’è la previsione di non riuscire ad arrivare a fine mese. Molte scelte vengono accantonate, si preferisce cercare per più tempo un articolo, alla ricerca dello sconto più adeguato alle nostre esigenze.
Una recente ricerca delle associazioni dei consumatori italiane ha rilevato quanto segue:
- nel settore alimentare: calo nell’acquisto di dolciumi, vino e carne rossa; incremento per i farinacei, la carne bianca e frutta/verdura che generalmente costano meno e rendono di più sulla nostra tavola;
- nel settore dell’arredamento e dell’oggettistica: forte calo per chi già possiede una casa arredata, mantenimento degli acquisti per chi invece ha preso una nuova casa in quest’ultimo periodo;
- nel settore degli elettrodomestici: calo del 54 % sugli acquisti, si è preferito tenere la cara e vecchia lavatrice, finchè “dura” piuttosto che sostituirla con una nuova e più cara, rispetto alla precedente, considerata anche l’inflazione;
- nel settore dell’igiene e dei profumi: il calo è stato proprio quasi irrilevante, perchè nonostante la crisi, le persone vogliono sentirsi bene con se stesse, perchè non c’è peggior cosa che essere trascurati, in un periodo di così forte pessimismo;
- nel settore dello svago, ristorazione e tempo libero: un calo del 19 % si è comunque rilevato, ma rispetto agli altri settori risulta molto inferiore…è proprio durante la crisi che le persone maturano l’idea di evadere dal grigiore quotidiano, per concedersi attimi di svago e relax.
Da quest’analisi seppure molto schematica si può dedurre come il settore del commercio sia stato uno dei più penalizzati dalla crisi, nonostante l’introito generato da saldi e vendite speciali. Il settore della ristorazione e della salute, hanno invece resistito a questa “perturbazione economica” in quanto afferenti a bisogni di carattere esclusivamente primario.