Prima dell’avvento dell’Imu sicuramente uno degli investimenti più gettonati era il mattone. A conti fatti la rendita e la rivalutazione garantiti dalla casa erano fra le migliori e la tassazione era tra le più basse d’Europa. Considerando un immobile del valore medio di 200 mila euro affittato a circa 1.600 euro annui la tassazione in Italia era di poco superiore ai 5 mila euro, a fronte di circa 7 mila euro di tassazione a Londra, 8 mila a Parigi e oltre 8.500 a Berlino.
Con l’avvento dell’Imu e con la previsione di una revisione del Catasto ( operazione che dovrebbe andare in proto entro fine anno) l’investimento immobiliare ha invece perso molto appeal. Anche perché a fronte di una tassazione conveniente per la gestione dell’immobile occorre anche fare i conti con delle imposte dirette sul reddito prodotto più elevate rispetto a quelle di altri paesi europei ( si pensi che su un imponibile annuo di 85 mila euro in Italia le tasse sono di circa 15 mila euro mentre in Germania la tassazione irpef era di circa 10 mila euro).
Ad incrementare la pressione fiscale sulla casa ci penserà anche il futuro decreto che prevede una revisione delle circa 720 agevolazioni fiscali ( il taglio non riguarderà solo il settore casa e sarà effettuato per scongiurare un aumento dell’iva).