Spending review: due semplici parole, protagoniste da ormai diversi giorni delle principali testate giornalistiche nazionali e internazionali.
Nel bilancio di uno Stato, la spesa pubblica rappresenta una voce importantissima, perchè misura il suo grado di intervento e partecipazione alla vita cittadina. E’ inoltre fondamentale per conoscere la propensione alla crescita e allo sviluppo di una Nazione, che teoricamente dovrebbe essere direttamente proporzionale agli investimenti. Questo quadro teorico viene però molto spesso leso da inefficienze, sprechi e malfunzionamenti, fisiologici in ogni società.
La “spending review” si pone così in quest’ottica di razionalizzazione delle risorse, come fondamentale intervento per rendere più efficiente il nostro sistema statale.
Nonostante si dica che tale riforma sia a senso unico, il Governo Monti ha indetto, prima della sua formulazione, una consultazione pubblica, che ha visto 130.000 cittadini e e associazioni, segnalare inefficienze e sprechi, proponendo diversi rimedi. Il 29 maggio è scaduto il termine entro cui presentare questi pareri, che sono stati analiticamente letti e catalogati.
Il Decreto Legge successivamente varato, prevede un risparmio finale sulla spesa pubblica di circa 4,5 miliardi di euro, per il 2012, e di circa 10,5 miliardi di euro, per l’anno successivo.
“Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini” : questo è ciò che recita il D. L. n ° 95 del 6 Luglio 2012, che nel primo titolo, individua le disposizioni a carattere generale che dovranno regolare i futuri interventi nel settore statale.
Vengono innanzitutto delineati criteri per la “Riduzione della spesa per l’acquisto di beni e servizi e trasparenza delle procedure”, con un’importante aggiunta. Viene infatti fissato al comma 2, dell’art. 1, che nella partecipazione alle gare pubbliche sono illegittimi tutti quei criteri che fissano limiti connessi al fatturato aziendale, impedendo la partecipazione di piccole e medie imprese. Una svolta sicuramente fondamentale nelle gare d’appalto pubbliche, che finalmente potrà vedere protagoniste anche aziende dal minore fatturato rispetto alle grandi società.
Si passa poi alla “Riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni“, punto così discusso e presente su ogni testata giornalistica, che vede la riduzione delle piante organiche nell’apparato statale, di cui tanto già avete sentito parlare e su cui quindi non ci soffermeremo oltre.
Segue la “Razionalizzazione del patrimonio pubblico e riduzione dei costi per locazioni passive” che in un’ottica di razionalizzazione delle risorse economiche del nostro Stato, risulta assolutamente importante. Dal taglio degli affitti del 15 %, deriverà un risparmio pari a 90 milioni di euro, a decorrere dal 2013.
La “Riduzione di spese, messa in liquidazione e privatizzazione di società pubbliche” esprime la stessa ratio normativa, dell’articolo precedente.
L’art. 5 e l’art. 6 si occupano invece di definire i criteri principali per razionalizzare la spesa pubblica, predisponendo un maggior monitoraggio dei conti pubblici.
Nel Titolo II, si affrontano invece tematiche attinenti “Riduzione della spesa delle amministrazioni statali e degli enti non territoriali”, prevedendo tra l’altro, la soppressione dell’ente IRAN (ISTITUTO NAZIONALE DI RICERCA PER GLI ALIMENTI E LA NUTRIZIONE), che verrà sostituito dal CRA (CONSIGLIO PER LA RICERCA E LA SPERIMENTAZIONE IN AGRICOLTURA).
L’art. 13 risulta inoltre di fondamentale importanza, perchè istituisce invece un nuovo organismo: l’IVARP (ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI E IL RISPARMIO PREVIDENZIALE).
L’art. 14 ritorna invece sulla famosa riduzione delle spese del personale negli enti statali.
Il Titolo III di tale Decreto Legge, andrà invece ad incidere sulla spesa sanitaria. Il risparmio atteso si attesta intorno ai 2 miliardi di euro.
Nel titolo IV viene invece affrontata la tematica degli enti territoriali, con la riduzione della loro spesa, la soppressione di alcune province e l’istituzione delle città metropolitane.
Nel titolo V, che affronta temi di ampia rilevanza finanziaria, diventa protagonista l’art 22, che prevede, grazie alla stessa riforma, l’accesso per altre 55.000 soggetti al sistema pensionistico, con l’estensione della clausola di salvaguardia prevista dal Decreto Salva Italia.
Il Decreto Legge così sinteticamente analizzato, è disponibile online nella Gazzetta Ufficiale, per chi volesse prenderne visione e leggere ogni singolo comma della normativa.