1156 uffici postali rischiano la chiusura. Molti potranno pensare che sia dovuto alla Spending Review, ma non è assolutamente così questa volta.
Poste Italiane è tenuta ad inviare all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom), con cadenza annuale, un report che garantisca la completa razionalizzazione dei suoi uffici, per evitare inefficienze e sprechi. Secondo i criteri prestabiliti da tale organo, esistono diversi uffici considerati anti-economici, che andranno chiusi o comunque riorganizzati, al fine di ottimizzare le risorse e il servizio all’utenza.
1156 sono uffici postali che rischiano la chiusura, mentre 638 necessitano una modifica dell’orario di apertura, troppo esteso in relazione all’effettiva domanda.
Infatti, solo nel 2011, si è registrato un calo della domanda nel servizio postale del 10 %, che continua incessantemente a calare, giorno dopo giorno.
Alcuni degli uffici sotto il mirino, sono dislocati in comunità montane o paesini molto lontani dal centro storico, che sono sì anti-economici, ma offrono allo stesso tempo un importante servizio a quelle comunità, soprattutto agli anziani che non hanno possibilità di spostarsi nelle grandi aree urbane.
In queste ore, su ogni testata locale, si legge l’elenco di questa lista nera, purtroppo coinvolta da questa manovra di razionalizzazione.
Nonostante non sia ancora niente di definitivo e vi sia la promessa, da parte della dirigenza, di creare centri multi servizi per servire la collettività, la paura aleggia.
Staremo a vedere la messa in pratica o meno, delle parole scritte al momento solo su carta, di questa rischiosa lista nera anti-economica.