Tra i principali simboli della crisi europea, vi è il dramma in corso nel mercato immobiliare spagnolo. Con più di un milione di case invendute, e con un crollo degli occupati nel settore dell’edilizia (passati da 2,5 milioni a 1 milione in soli 5 anni), il real estate iberico si candida ad essere the next big thing tra i pericoli di scoppio all’orizzonte.
A voler parlare della crisi immobiliare di Madrid e dintorni, tra l’altro, non si ha che l’imbarazzo della scelta dei dati. Basta ad esempio prender a piene mani le ultime statistiche dell’Ine sugli immobili di nuova costruzione, con valori in ribasso del 22% in tre anni, o ancora i dati forniti dalle banche spagnole sulle case che hanno in portafoglio e non riescono ancora a vendere (circa 150 mila unità abitative).
Ancora, si consideri che nel corso del 2006 furono venduti 900 mila immobili, mentre nel 2011 il numeri si è – con molta fatica – avvicinato alle 350 mila unità. E i prezzi? Sempre più bassi, sostiene la Banca di Spagna, che attesta una flessione dei valori commerciali del 20% rispetto al 2008. Nonostante ciò, le previsioni sui prezzi 2012 e 2013 sono ancora più negative, dando adito alle ipotesi di un pericoloso scoppio della bolla speculativa del mattone iberico.
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