I prestiti cambializzati sono ideali per coloro i quali sono stati già protestati, o segnalati come cattivi pagatori e quindi iscritti in apposite banche dati, consentono di avere accesso al credito, per somme non eccessivamente elevate, grazie all’uso delle cambiali che tutelano il creditore; infatti sono titoli di credito, appunto, che in caso di mancato pagamento, permettono di poter avviare legalmente le procedure di pignoramento di beni.
Le somme elargite non superano solitamente i 25-50mila euro, e purtroppo le spese istruttorie del prestito e i pagamenti delle rate, sono piuttosto elevati, a causa della gestione delle cambiali, piuttosto macchinosa in termini burocratici, ma indispensabile per questa categoria di persone.
Gli interessi, abbastanza elevati anch’essi, si aggirano solitamente verso il 4%, gestiti ovviamente con la classica formula di T.A.N e T.A.E.G che caratterizza ormai tutte le pratiche dei finanziamenti. Gli istituti di credito inoltre accettano di buon occhio eventuali garanti o eventuali ipoteche su immobili o canoni di locazione, che potrebbero alleggerire anche in maniera decisa le “restrizioni” e le garanzie richieste dai creditori.
I prestiti cambializzati appartengono comunque alla categoria dei “prestiti personali”, e pertanto non è necessario motivare o giustificare il fine o lo scopo della somma richiesta. In alcuni casi ai lavoratori dipendenti, l’istituto finanziatore potrebbe richiedere il TFR come garanzia.