Complice la continua discesa dell’indice Euribor (vai all’andamento Euribor), i mutui a tasso variabile, nel mercato finanziario attuale, sembrano sempre più convenienti di quelli a tasso fisso.
Difatti, da u dati raccolti dagli enti osservatori, riferendoci ai tassi di interesse mediamente proposti dalle banche (indici di riferimento + spread) risulta che due mesi fa, ad inizio marzo, la differenza media tra i tassi era del 1,7%, andando dal 4,2% dei variabili al 5,9 dei mutui a tasso fisso. Oggi invece, i mutui a tasso fisso sono rimasti invariati, mentre i tassi di quelli variabili sono scesi anche a 3,7%.
Ovviamente tutto ciò si traduce in una sensibile differenza sulla rata a parità di durata ed importo mutuato. Tale risparmio, attualmente, sembra di gran lunga superare l’incertezza insita in un mutuo a tasso variabile, incertezza che si annulla quando parliamo di mutui di breve durate. Viceversa, data la difficile situazione economica in cui viviamo, questi mutui diventano rischiosi rispetto a quelli a tasso fisso quando invece si parla di lunghe durate.
Detto questo, gli esperti del settore, ritengono che le prospettive del Paese dovrebbero migliorare ed andare verso una situazione economica più stabile e con più apertura da parte dei mercati. Tale stabilità dovrebbe consentire nell’immediato futuro, un blocco dei tassi ed anzi un loro calo. D’altro canto qualche timido segnale di apertura si sta già registrando: gli spread non stanno più aumentando e c’è anche qualche caso di inversione di tendenza”.
Sono diverse le banche che hanno deciso di abbassare i propri spread bancari, ovvero la componente che più di tutte oggi incide su i tassi. Tra le banche che hanno già intrapreso questo percorso figurano: Banco Popolare, Cariparma e WeBank.