La notizia ha dell’incredibile ma se il governo non attuerà delle modifiche urgenti, si trasformerà in vera e propria realtà, a causa dell’articolo tredici del codice, che secondo l’interpretazione degli addetti, obbligherebbe gli anziani con la residenza trasferita in una casa di riposo a pagare l’Imposta Municipale Unica dell’immobile non abitato come rientrante nella categoria di seconda casa.
Ciò causerà quindi un aumento di migliaia di euro rispetto ad un ammontare generale dell’imposta come prima casa, riconoscendo di fatto come proprietari di più immobili e quindi benestanti degli anziani che in realtà stanno male e che spesso non sono autosufficienti.
Fra la retta dell’ospizio, già di per sé molto cara, e l’Imu come seconda casa, con l’aggiunta delle addizionali dei singoli comuni, si dovranno sborsare circa 2mila euro in più rispetto a quelli che si sarebbero dovuti versare se l’imposta fosse stata calcolata, come è giusto, sulla prima casa.
Le mobilitazioni nazionali sono state numerose, ma tranne che il governo faccia un deciso retromarcia per quel che riguarda questa particolare situazione, il pagamento della prima rata è imminente e nulla sembra essere destinato a cambiare. Vedremo cosa succederà prossimamente, nella speranza che si possa risolvere questa incresciosa situazione.
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