Novità nel campo delle tasse sulla casa. In precedenza le tasse da pagare erano calcolate in base al numero dei vani dell’immobile. Attualmente invece ci si basa sulla superficie in metri quadri e sul reale valore di mercato della zona in cui è locato l’immobile. Il Governo, sulla base di queste novità, ha allestito la riforma del Catasto contenuta nella delega per la riforma fiscale, e la discuterà nella prossima settimana.
Le novità proposte sono utili a superare le problematiche congiunte a criteri di valutazione oramai superati. Infatti, la rendita catastale, ovvero il valore presunto di un immobile, è proporzionato al numero di vani. Di sicuro sarebbe più equo considerare la superficie, per evitare che, ad esempio, il proprietario di un loft di 100 metri quadri paghi molto meno di quello di una casa di 4 stanze di 60 metri quadri. E’ proprio per evitare queste ingiustizie che il Governo vuole attivare nuovi criteri.
Inoltre ad ogni unità immobiliare, verranno attribuiti un valore patrimoniale ed una rendita fondati sui valori medi di mercato in un periodo di tempo che comprende un triennio, superando così un altro dislivello, cioè quello che, in questi anni, ha visto muoversi parallelamente i valori di aree che invece hanno avuto andamenti di mercato diversi tra loro.
Concludiamo con l’aggiungere che spesso la classificazione degli immobili non è stata revisionata, dopo la costruzione, col risultato che ci sono case distinte come”povere”, soprattutto nelle grandi città, ma che nel tempo sono state rivalutate.